Qualche consiglio per chi sta valutando di cambiare l’impianto di riscaldamento all’ultimo minuto

A seconda della zona climatica in cui si vive, oramai è una questione di giorni prima della riaccensione dei riscaldamenti. Si parla di un periodo variabile tra la metà di ottobre e la metà di novembre.
Per chi sta valutando l’opzione di cambiare l’impianto all’ultimo minuto, ci sono differenti strade a disposizione per arrivare ad ottenere un aiuto economico dallo Stato.
La scelta dipende dal tipo di impianto che si intende installare.
Se si opta per una caldaia a condensazione, l’unica possibilità è quella della detrazione fiscale: parliamo del 65% o il 50%. Al contrario, il conto termico, anche nella versione in vigore da maggio 2016, non incentiva questo tipo di impianti.
Tuttavia, il conto termico, gestito dal Gse (Gestore servizi energetici) e senza scadenza, può essere una importante opportunità per chi ha intenzione di ricorrere a una pompa di calore o una caldaia a biomassa.
In entrambi i casi il nuovo sistema deve garantire un alto grado di efficienza e l’intervento deve configurarsi come sostituzione o integrazione di una caldaia già esistente. Chi si avvale dell’ecobonus, sceglie di rientrare del 65% della spesa recuperando la somma, come sconto sull’Irpef, in rate di dieci anni e fino a un massimo di 30000 euro.
Chi opta invece per il conto termico, ottiene un contributo generalmente più ridotto, ma che viene erogato direttamente sul conto corrente del titolare della pratica a 90 giorni dalla fine dell’intervento, in un’unica soluzione.

Il calcolo dell’importo del contributo ottenibile con il conto termico è abbastanza complesso: l’ammontare dipende dalle caratteristiche dell’impianto installato e dalla zona climatica di riferimento. Per semplificare la procedura, in ogni caso, il Gse ha predisposto un catalogo di prodotti idonei al contributo con potenza fino a 35 kW.
Nell’invio della pratica di richiesta dell’incentivo è possibile selezionare direttamente sul Portaltermico l’impianto installato senza dover produrre ulteriore documentazione e con un vantaggio sui tempi di presentazione della domanda. Nel caso dell’ecobonus, al contrario, per avviare la pratica di recupero del credito è necessario l’invio di specifica documentazione all’Enea.
Infine se si installa un nuovo sistema a condensazione con l’ecobonus, la condizione principale è che la caldaia installata deve soddisfare alcuni livelli di rendimento certificati dal produttore.
Dal punto di vista burocratico, occorre aprire una pratica con l’Enea: nel caso di impianti domestici (potenza inferiore ai 100 KW) è sufficiente inviare all’ente un’autocertificazione; per potenze maggiori occorre invece inviare entro 90 giorni da fine lavori una relazione tecnica dell’intervento eseguito.
Si raccomanda di conservare, fra i documenti, oltre alle fatture e i pagamenti effettuati, anche una dichiarazione firmata da un tecnico abilitato.

Fonte: Il sole 24 ore