Previsto un +5,6% sulle compravendite immobiliari a fine 2018

Nel 3° Osservatorio Immobiliare 2018 di Nomisma presentato a Milano in un incontro riservato agli operatori si è evidenziato come il rallentamento della crescita economica e le incertezze nei rapporti tra Governo e Ue, hanno avuto il loro impatto sul mercato immobiliare, nonostante la fiducia che, dal 2015, ha fatto risalire i livelli di attività del comparto.
Il 2018 si chiuderà con un ulteriore incremento delle compravendite (+ 5,6%), mentre i prezzi hanno fatto segnare una nuova lieve correzione al ribasso (in media del 0,9% annuale).
A fare da contraltare alla stagnazione dei prezzi, Nomisma rimarca “la maggiore vitalità che si registra in corrispondenza del segmento locativo”.
Un effetto conseguenza della diffusione di soluzioni di affitto breve o transitorio in favore della componente di utilizzo temporaneo. Ne deriva dunque la necessità di sollecitare i soggetti privati attraverso forme di facilitazione e incentivazione che mirino ad accrescere il peso della quota residenziale.
A tal proposito Maurizio Carvelli, CEO e Founder di Camplus, ha commentato: “L’housing affordability è il futuro del mercato immobiliare residenziale. Gli investimenti in immobili costosi si rivolgono ad un mercato estremamente ridotto che rappresenta solo il 7 per cento del totale e spesso, quando dietro non c’è un progetto strategico, non si tratta di investimenti a lungo termine che possono creare un reale beneficio al nostro Paese. Bisogna, al contrario, puntare su investimenti immobiliari diretti a studenti e giovani appartenenti alla middle class, ovvero persone di cui lo Stato non riesce ad occuparsi in quanto non le considera in condizioni di indigenza”.
Il Direttore Generale di Intesa Sanpaolo Private Banking, Saverio Perissinotto ha agggiunto: “In uno scenario di bassa inflazione e tassi d’interesse compressi, l’immobile perde nel tempo la sua capacità di protezione: bisogna quindi distinguere ciò che si utilizza da ciò che si considera investimento, individuando immobili e posizioni in grado di sostenere la redditività. Inoltre osserviamo che – in occasione degli inevitabili passaggi generazionali – i grandi patrimoni immobiliari sono spesso fonte di pensiero per gli eredi”.

Fonte: idealista.it